Il 5 maggio maledetto dell’Hellas Verona

Il 5 maggio 2002 per i tifosi dell’Hellas Verona è la data che mette la parola fine a una stagione il cui epilogo doveva essere completamente diverso.

Leonardo Colucci e Natale Gonnella Malesani in azione durante il primo derby in A tra Chievo e Hellas Verona.

Il 5 maggio 2002 nella memoria collettiva è il giorno in cui l’Inter di Hector Cuper, di Ronaldo e Vieri, getta alle ortiche il sogno dello scudetto sotto i colpi del laziale Karel Poborsky e delle amnesie difensive di Vratislav Gresko. Ma il 5 maggio 2002 per i tifosi dell’Hellas Verona è la data che mette la parola fine a una stagione il cui epilogo doveva essere completamente diverso. È l’annata in cui l’Hellas Verona può vantare una rosa imbottita di grandi calciatori, alcuni dei quali di lì a qualche anno alzeranno al cielo di Berlino la Coppa del Mondo. In attacco per trovare un posto accanto ad Adrian Mutu sgomitano Alberto Gilardino, Mario Frick e il brasiliano Adailton. A centrocampo oltre alle geometrie di Vincenzo Italiano e alla grinta di Leonardo Colucci, ci sono i piedi gentili di Giuseppe Colucci ed Emiliano Salvetti e soprattutto le percussioni irresistibili dell’argentino, Mauro Camoranesi. Anche il reparto arretrato è di tutto rispetto: oltre all’esperto portiere Fabrizio Ferron, ci sono giovani di belle speranze, come Massimo Oddo, Paolo Cannavaro e Antony Seric, ed elementi di sicura affidabilità come Marco Zanchi, Dario Dainelli e Natale Gonnella. In panchina un veronese doc alla ricerca di un rilancio: Alberto Malesani. Insomma, sembra proprio che la stagione del primo derby di Verona in Seria A sia carica di soddisfazioni per i tifosi scaligeri. La prima parte di stagione è folgorante: i gialloblù mettono in mostra un gioco entusiasmante basato su un 3-4-3 vivace e offensivo che fa spellare le mani ai tifosi della Sud e porta la squadra a chiudere il girone di andata in piena zona Uefa. È impressa negli occhi di tutti l’esultanza di Alberto Malesani dopo la vittoria nella stracittadina rimontando dallo 0-2 clivense grazie al sigillo decisivo di Camoranesi, ma non brillano di meno anche i pareggi di prestigio con Roma e Juventus e la vittoria per 3-1 con la Lazio.

Il primo derby in A con il Chievo Verona. Vinto dall’Hellas per 3-2.

Il girone di ritorno dovrebbe, parafrasando un vecchio claim pubblicitario, dar sostanza al sogno, invece il sogno diventa una via crucis che trova la sua stazione finale al Garilli di Piacenza. Il 5 maggio 2002. Al Verona di Malesani basta un punto per raggiungere quota quaranta punti e centrare la salvezza, ma nemmeno quest’ultimo disperato sforzo riesce. I gialloblù svuotati di ogni energia vengono travolti dai biancorossi di Walter Novellino che chiudono la pratica con un netto 3-0 in virtù della rete di Sergio Volpi e della doppietta di Dario Hubner. Gli scaligeri retrocedono con 39 punti, dopo aver raggranellato soltanto 13 punti nel girone di ritorno, passando in pochi mesi dal profumo d’Europa all’odore acre della cadetteria. Un punto mai conquistato che ha spalancato la porta all’inferno. Un dettaglio non da poco.

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