Db Bergamo 29/10/2013 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: German Denis

“El Tanque” Denis e quell’autostrada immaginaria che unisce Argentina e Italia

Il mondo si restringe sempre di più, le tecnologie abbattono le distanze, avvicinano punti sul planisfero che soltanto qualche decennio prima parevano remoti avamposti. Un oceano è solo uno straccio azzurro che divide due pezzi terra: in mezzo le linee arbitrarie e parallele dei fusi orari scandiscono la giornata, portando a differite fisiologiche. Così accade che l’ufficialità dell’accordo tra la Reggina e Germán Denis arrivi, qui in Italia, a sera inoltrata mentre molti italiani si apprestano a spegnere l’abat-jour per coricarsi o si attardano fuori per godersi gli ultimi lembi di una meritata vacanza. Arriva la notizia che dà fattezza reale alla ridda di titoli che strillano dell’interesse amaranto per El Tanque. È fatta: il centravanti argentino di Lomas de Zamora arriverà in riva allo stretto, attraverserà nuovamente quell’Oceano che per lui è diventato l’equivalente di un’autostrada.

Una carretera – si dice dalle sue parti – atlántica che unisce due continenti, due paesi legati da una storia comune di immigrazione. Da e per. Si tratta del terzo tragitto di andata per El Tanque: la prima volta il casello d’uscita indicava la scritta Cesena, ma i tempi non erano maturi e lui neppure. Pochi gol e l’impressione che più che un carrarmato si trattasse di un mulo. Ma in Argentina di apodos la sanno lunga e non sbagliano tanto facilmente: “El Tanque” ha la forza di un corazzato e le difese avversarie non possono che cadere sotto le sue cannonate. Dopo la parentesi romagnola, in patria ritrova la confidenza con il gol.

Un giovane Denis con la maglia del Los Andes.
Foto da https://www.alfredopedulla.com.

Tanti gol alla sua maniera culminati nella strepitosa stagione 2007-2008 quando con la maglia dell’Independiente mette a segno 27 reti che gli valgono le prime convocazioni con la Selección e soprattutto le attenzioni di Napoli. Si rialzano le sbarre del casello: Denis si rimette sulla carretera e ritorna in Italia. Stavolta ci rimarrà di più: otto anni. Si farà apprezzare a Napoli, per la sua indole e forse di più per la sua nazionalità che da quelle parti non mai fatto secondario. Verrà criticato a Udine perché non segnava quasi mai e più che sparare cannonate contro le retroguardie avversarie sembrava le accarezzasse. Forse la “freddezza” del Friuli mal si addiceva al suo temperamento latino.

Denis con la maglia della nazionale argentina.
Foto di: https://libero.pe.

A Bergamo sarà idolo indiscusso di una città e una tifoseria che in barba alla latitudine, che la colloca decisamente a settentrione, ha il calore delle hinchadadas argentine. Denis è un idolo perché è tornato a segnare, tanto, alla sua maniera: di testa o di destro, comunque quasi sempre di potenza. Cadono come birilli le difese abbattute dal tanque. Capitola anche Consigli quel 30 gennaio 2016, quando Denis indossa per l’ultima volta la maglia della Dea. Cade l’estremo difensore trafitto in seconda battuta dopo aver provato a rovinare la festa al centravanti. L’estremo difensore del Sassuolo aveva respinto il calcio di rigore che avrebbe dovuto far saltare l’Atleti Azzurri a salutare l’idolo con il numero 19 che invece ha dovuto sudarsi la gioia con un secondo tocco. Vale il cinquantaseiesimo sigillo e l’onore di lasciare gli orobici con il titolo di straniero più prolifico di sempre. È tempo di ritorno comunque. I viaggi sono sempre così, arriva il momento in cui si ripongono le proprie cose in valigia e si riparte alla volta di casa. Anche quando il posto che si lascia nel tempo è diventato familiare. È solo un arrivederci dirà El Tanque che promette un giorno di tornare in questa terra che è diventata seconda casa.

El Tanque con la maglia della Dea.
Foto di: https://www.corrieredellosport.it.

Intanto c’è da ripercorre l’Oceano Atlantico a ritroso per tornare all’Independiente dove era diventato il giocatore che era. Passano gli anni ma Denis non si sposta dal Sudamerica: una stagione e mezza con i Los Diablos Rojos poi il passaggio al Lanus e un’esperienza in Perù con l’Universitario de Deportes. Per tornare in Italia come calciatore, a 37 anni suonati, sembra non esserci più lo spazio. Forse quella volta dopo Atalanta-Sassuolo, Denis intendeva che sarebbe tornato come turista, pensionato o allenatore chi lo sa.

Invece una calda notte estiva e il calciomercato agostano, croce e delizia del calcio contemporaneo, hanno avuto il potere di assecondare il desiderio del Tanque, tornare in questa terra: l’Italia che per otto anni è stata casa. Il casello d’uscita della carretera atlántica, di un tragitto che sembra esser costruito per El Tanque. A oner del vero quel 30 gennaio del 2016 con terra Denis intendeva Bergamo, di riflesso l’Italia, ma gli anni del contratto che lo lega all’amaranto sono due. C’è lo spazio teorico di due promozioni, o comunque di una combinazione, magari in Coppa Italia, che possa riportare ancora una volta El Tanque a posare le sue cingoli sul manto dell’Atleti Azzurri d’Italia a ricevere l’abbraccio di una città che aveva avuto il merito di fare incontrare Nord e Sud in un fazzoletto incastonato tra le Prealpi Bergamasche e la Pianura Padana.

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