La prima (e unica) volta di Caverzan
Diego Caverzan e quel gol alla Roma di Carlos Bianchi.
Il calcio, soprattutto in provincia, è democratico, nell’accezione più nobile del termine. È democratico perché una chance la dà a tutti, l’occasione per prendersi il palcoscenico anche solo per poco, anche se per meno dei famosi 15 minuti di celebrità di Andy Warhol. Così succede che una domenica di marzo del 1997, durante un Roma-Verona, un calciatore dalla folta capigliatura si fa largo nella selva delle maglie giallorosse per esibire un piattone destro che fa finire la sfera alle spalle di un pietrificato Giovanni Cervone.
È la rete del 1-2 per i gialloblù e l’autore è un corpulento terzino destro che corrisponde al nome di Diego Caverzan. Uno che difende alla vecchia maniera, con durezza e fisico, tecnico quanto basta per non spazzare in tribuna ogni pallone, veloce abbastanza per correre su e giù per la fascia. Uno di quelli che se sono nati difensori è per cercare di evitare gol e poi semmai per farli. Uno che in più di 120 partite con la maglia dell’Hellas Verona ha segnato una sola volta, proprio all’Olimpico regalando un vantaggio ai gialloblù di Luigi Cagni che dura soltanto nove minuti, prima di essere spazzato via dalle giocate di Vincent Candela e Francesco Totti. Nove minuti che per Diego Caverzan, di Montebelluna, di professione terzino destro, sono il suo personale piedistallo per il suo momento di celebrità.