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Le ventiquattro stagioni in D del Sansepolcro

In periodo di stadi chiusi, di timide aperture e distanziamento fa un certo effetto quando ci si imbatte in articoli del periodo pre-Covid che raccontano di società che chiamano a raccolta una città in un momento topico della stagione. Aprendo gli impianti e abbassando i prezzi dei biglietti per favorire così il maggior afflusso possibile sulle tribune. Succede a tutti i livelli e ogni latitudine, succede nel maggio 2016 anche a Sansepolcro, borgo medievale aretino di poco più di 15.000 anime, ubicato in un lembo di terra toscano che confina con Umbria e Marche. Il paese per la verità è più famoso per aver dato i natali al pittore rinascimentale Piero della Francesca che non per i traguardi sportivi del locale club calcistico che milita in Serie D. Eppure in quel maggio, più precisamente il giorno 8, c’è bisogno del supporto della città per provare a salvare una stagione disgraziata. Il Club, che adotta i colori bianconeri, infatti, è inchiodato all’ultimo posto del girone e deve battere a domicilio il Montecatini, sperando poi nelle sfortune altrui, per tener vive le possibilità di salvezza attraverso i play-out. È il più classico acme emozionale della stagione, così la società pensa bene di lanciare l’iniziativa Buitoni aperto. Buitoni è il nome dello stadio e l’idea è quella di permettere l’accesso in maniera libera, senza costo di biglietto ma al massimo a fronte di un’offerta. Sembra un guizzo giusto anche se la formula non è proprio originalissima. Arriva il giorno della partita, si aprano i cancelli ma, quando le due squadre scendono sul terreno di gioco, l’iniziativa sembra aver funzionato solo a metà. Il pubblico sta tutto nella piccola tribuna coperto mentre gli spalti in cemento sono desolatamente deserti. C’è un gruppetto di giovani appostato a cospetto della linea di centrocampo, poi spettatori sparsi qua e là. Alla fine i presenti totali sono 400. Forse il plumbeo cielo sopra Sansepolcro che ricorda più novembre che maggio ha scoraggiato più di qualcuno, fatto sta’ che il colpo d’occhio non è dei migliori. Eppure quella non è un partita come tante, può essere l’ultima partita in Serie D dopo 22 anni trascorsi consecutivamente nella categoria sfiorando più volte la C. 

In campo lo spettacolo è quello che è. I padroni di casa attaccano senza efficacia producendo un gioco disordinato e prevedibile che il Montecatini riesce a contenere senza troppo affanno. La partita scivola via senza cambi sul punteggio iniziale, arriva il 90 e, anche grazie ai risultati favorevoli sugli altri campi, il Sansepolcro può accarezzare l’idea dei play-out. Al 92° però arriva la rete della Massese che stende il Gavorrano e condanna i bianconeri. È retrocessione. Nel grigiore generale e nel silenzio dello stadio deserto, l’avventura del Sansepolcro nella “Serie A” dei Dilettanti finisci a due stagioni dal record di partecipazione consecutive del Borgomanero. 

Sansepolcro-Montecatini, la partita che vale la stagione

Ma quel pomeriggio di maggio non è l’ultima partita in Serie D perché soltanto un paio di mesi più tardi, come spesso avviene tra i Dilettanti, il Sansepolcro viene ripescato. Giocherà ancora nel girone D. La squadra guidata in panchina dall’ex centrocampista del Vicenza di Guidolin, Marco Schenardi, chiude il campionato 2016-2017 con un dignitoso nono posto che vale la ventiquattresima stagione consecutiva in Serie D, come il Borgomanero. Purtroppo l’annata 2017-2018 non fa nascere altri record e questa volta i bianconeri devono salutare definitivamente la categoria. Accade ancora di maggio, il 6, ancora al Buitoni. Questa volta però gli spalti, da poco rinnovati, sono gremiti e anche il risultato in campo sorride ai bianconeri. Contro il Rimini già promosso, i ragazzi di Schenardi si impongono per tre reti a una, ma i tre punti non servono a schiodarli dal penultimo posto e da una retrocessione che stoppa l’incredibile filotto di partecipazioni al campionato Dilettanti.

Sansepolcro-Rimini, la vittoria amara che non salva i bianconeri
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